
Dalla pianificazione finanziaria alla pianificazione del passaggio del proprio patrimonio
Nei prossimi anni, assisteremo ad un passaggio epocale; patrimoni importanti verranno trasmessi a figli e nipoti, in un contesto di forte cambiamento demografico.
Secondo il Censis, le famiglie italiane, con capofamiglia di età superiore ai 60 anni, detengono una parte significativa della ricchezza nazionale. I baby boomer (nati tra il dopoguerra e i primi anni ’60) detengono oltre il 43% del totale, con una ricchezza media superiore a 360 mila euro per famiglia mentre la generazione silenziosa (nati prima della Seconda guerra mondiale), custodisce 280 mila euro in media.
Pianificare il passaggio del proprio patrimonio è un tema ancora molto trascurato: solo l’8% della popolazione italiana effettua una pianificazione successoria a differenza, per esempio, della Gran Bretagna, dove la percentuale sale all’80% (fonte Patrimoni e Finanza, maggio 2023). Perché rimandiamo questa tappa importante?
Principalmente per ragioni psicologiche e culturali, talvolta persino con connotati di scaramanzia (concetto ben espresso dal “Non è vero ma ci credo” commedia di Eduardo de Filippo), e forse anche perchè la normativa che disciplina tale ambito appare complessa. Eppure, pianificare per tempo il trasferimento dei propri beni significa tutelare chi amiamo, evitare conflitti familiari e la dispersione di quanto accumulato negli anni, contenere l’impatto fiscale.
Affrontare oggi il tema del passaggio generazionale del patrimonio significa compiere una scelta consapevole, utile a garantire continuità, tutela e chiarezza alle persone a cui teniamo.
Condividi tramite